top of page

Crisi Stellantis

La Val di Sangro potrebbe ritornare a diventare la valle della morte

Crisi Stellantis

La crisi Val di Sangro, un problema per tutta la regione
La Val di Sangro potrebbe tornare ad essere la valle della morte. Questa parte dell’Abruzzo rischia di essere investita in pieno petto dalla crisi di Stellantis, che colpisce famiglie e dipendenti di una delle migliori aziende della regione. La Stellantis sta affrontando una crisi dovuta ad una bassa richiesta di veicoli elettrici e agli alti costi della transizione energetica. Ciò è dovuto al fatto che in Italia un lavoratore medio non può permettersi un’auto con un prezzo così elevato (che parte da 20.000€), ma preferisce acquistare auto a GPL con un costo ridotto. Nell’Unione Europea, invece, vige un atto di indirizzo che favorisce l’acquisto delle auto elettriche e a basso consumo di energia. Detto ciò Stellantis è costretta ad attuare un taglio di personale lavorativo e ad una delocalizzazione di alcune sedi per cercare di risparmiare sulla produzione; così molti operai con le loro famiglie si stanno ritrovando senza lavoro e spesso sono costretti ad abbandonare la loro terra. Il culmine della crisi di Stellantis è rappresentato dalle dimissioni di Tavares, l’amministratore delegato dell’azienda.
Lo stabilimento Stellantis Atessa, ex Sevel, in funzione dal 1981, sorge tra i comuni di Paglieta e Atessa (Chieti) e copre un'area di oltre 1.200.000 metri quadri, di cui 344.000 coperti; la fabbrica, considerata un importante motore per l'economia dell'Abruzzo, è attrezzata per tutti i passaggi dell'intero ciclo produttivo: lastratura, verniciatura e montaggio.
L’ultimo periodo è stato particolarmente difficile per questo stabilimento in cui lavorano attualmente 6200 persone. La previsione di inizio anno 2024 era di produrre 255mila furgoni con un incremento dell’11% rispetto ai 230mila del 2023. Dallo scorso 10 giugno, tuttavia è iniziata come una mannaia la cassa integrazione per 400-600 lavoratori, a seguito di una diminuzione degli ordini dei cabinati e del calo delle vendite dei camper. Dall’ 8 luglio, poi, si lavora solo su due turni, con quello notturno cancellato; al riposo estivo non è seguito il rientro col botto come ci si sarebbe aspettati e come in tanti auspicavano e, per di più, la cassa integrazione è stata ulteriormente prorogata. A questa situazione già problematica va a sommarsi la crisi di Stellantis.

bottom of page